CAMPAGNA ADDESTRATIVA 1953
in Inghilterra dalla neo regina Elisabetta II
la nave scuola Amerigo Vespucci e lo yacht reale in arrivo
foto fatta dall'aeronautica inglese (documentazione del sig. Pietro)
“Immaginiamo una rada immensa divisa in quattro diversi settori di boe allineate alla distanza di circa trecento metri l’una dall’altra. Ad ogni boa sono ormeggiate le navi rappresentanti quasi tutte le nazioni marinare della terra. Sono corazzate, portaerei, incrociatori tra i più moderni e potenti, orgoglio della tecnica navale attuale di ogni singola nazione. Su tutte spicca la nostra: è il simbolo del passato.
Tra tante torri e cannoni, tra tanti strumenti di distruzione e di guerra, che minacciosi volgono le loro bocche verso il cielo, essa è là, inerte, quasi tremante bambino fra giganti d’acciaio. Non è infatti la potenza o la forza distruttrice che la distingue ma la sua bella sagoma e i suoi alti pennoni dove marinai e ufficiali apprendono il duro mestiere del navigatore.
In essa fervono i lavori delle grandi occasioni. In questi casi si manifestano sia l’immaginazione che l’orgoglio smisurato dei marinai per la propria nave; tutti si danno da fare, tutti cercano di essere utili, nessuno scappa o si nasconde …”
Queste parole sono tratte dall’interessantissimo diario scritto dal signor Pietro Polegato, che era nocchiere sulla nave scuola Amerigo Vespucci.
Già solo qui, con queste prime frasi, se le rileggi con calma e socchiudi gli occhi, ti si presenta una immagine particolare, un quadro fantastico. Ripensa un attimo alla scena … un mare “affollato” di navi, provenienti da tantissime nazioni. Uno spettacolo! Un panorama unico!
Sono arrivate, con i loro fieri equipaggi e in rappresentanza dei propri Stati, a rendere gli onori alla neo regina d’Inghilterra: Elisabetta II.
Proprio la “storica” regina che tutti abbiamo conosciuto perché è stata la più longeva. Quella donna inconfondibile ed indimenticabile (di cui accennerò meglio più avanti), che fin da giovanissima ha governato l’Inghilterra (e non solo!).
E’ dovuta subentrare al trono alla morte del padre, il 6 febbraio 1952, ed è rimasta fedele e, all’apparenza, imperturbabile fino al giorno della sua morte, avvenuta l’8 settembre 2022. Spesso veniva nominata solamente: The Queen … "La Regina", non serviva dire il nome, era sufficiente pronunciare quelle due parole.
La cerimonia della sua incoronazione è avvenuta il 2 giugno 1953.
Gli eventi organizzati per la sua incoronazione comprendevano una “rassegna navale” il 15 giugno 1953 a cui non poteva mancare la nostra affascinante nave Vespucci.
Per l’occasione la nostra Marina Militare aveva previsto una specifica Campagna Addestrativa. A bordo c’era il sig. Pietro Polegato, un nocchiere che amava il mare e la Marina: il suo estratto matricolare parte dall’aprile del 1951 e prosegue fino al 1962. Della sua carriera in Marina ha tenuto diverse cose, tra queste i diari di bordo autografi, che appunto scriveva manualmente e giornalmente ed anche degli opuscoli molto interessanti. Grazie alla figlia Laura, che mi ha dato le varie informazioni, e che ha condiviso con me quella giornata del diario, ora posso farvi partecipare, e spero che ci riuscire anche voi come ho fatto io, mentalmente, a questa campagna addestrativa eccezionale.
la copertina dell'opuscolo della Campagna Addestrativa 1953
(documentazione del sig. Pietro)
Una cosa curiosa, che mi ha fatto sorridere, oggi (considerato il nostro frenetico periodo storico), anni in cui siamo sommersi dalle e-mail, dai messaggi via WhatsApp, dai social, dalle cose immediate – elettroniche - moderne - virtuali, è questa frase stampata sull’opuscolo:
“(…) prenderanno imbarco sulla Nave Scuola “A. Vespucci”, che lascerà Livorno per recarsi a Portsmouth, in occasione della rivista Navale per l’Incoronazione della Regina Elisabetta, secondo l’itinerario allegato.
La posta dovrà essere inviata al seguente indirizzo: (…) Nave “Amerigo Vespucci”, Ministero Difesa – Marina (Marinapost), Roma.
(…) il Ministero curerà quando è possibile l’inoltro della posta per via aerea; deve essere pertanto evitato l’invio di lettere di peso eccessivo o voluminose.”
Che ameno! Pensaci un attimo: posta cartacea; lettere scritte manualmente, con penna e inchiostro; buste che passano di mano in mano fino ad arrivare a destinazione … ad un marinaio sulla nave all’estero!
Torniamo alla nostra Signora dei Mari, a quella giornata e a quella Campagna Addestrativa.
Il comandante della nave era il C.V. Luciano Sotgiu.
L’itinerario previsto era il seguente:
Livorno - partenza il 20/05/1953
Gibilterra (870 miglia) - dal 27/05 al 29/05
Portsmouth (1.160 miglia) - dal 08/06 al 16/06
Malaga (1.230 miglia) - dal 25/06 al 29/06
Livorno (840 miglia) - rientro il 05/07
la mappa con la rotta seguita
(documentazione del sig. Pietro)
Ora, possiamo partecipare a quella giornata esclusiva, in cui nel mare davanti a Portsmouth si trovavano schierate una marea di navi di varia nazionalità … numerosi equipaggi di fieri uomini di mare!
Tra loro, come accennato sopra, c’era anche il nocchiere Pietro Polegato e grazie ad alcune delle pagine del suo diario personale possiamo essere al suo fianco e ricordare quella giornata.
Potremo veramente rivivere quell’evento: i preparativi, i momenti che precedettero il passaggio della regina e la fine della giornata. E’ un diario scritto notevolmente bene, alquanto dettagliato e emozionantissimo. Non mi dilungo oltre e vi lascio alla lettura, ma per prima cosa … liberate la mente, immaginatevi di essere in mare e salite a bordo della nostra bellissima nave Vespucci!
alcune pagine del diario originale del nocchiere Pietro Polegato
Pronti? Saliamo a bordo con il nocchiere Pietro Polegato.
Dal suo diario:
15 giugno 1953
“Immaginiamo una rada immensa divisa in quattro diversi settori di boe allineate alla distanza di circa trecento metri l’una dall’altra. Ad ogni boa sono ormeggiate le navi rappresentanti quasi tutte le nazioni marinare della terra. Sono corazzate, portaerei, incrociatori tra i più moderni e potenti, orgoglio della tecnica navale attuale di ogni singola nazione. Su tutte spicca la nostra: è il simbolo del passato.
Tra tante torri e cannoni, tra tanti strumenti di distruzione e di guerra, che minacciosi volgono le loro bocche verso il cielo, essa è là, inerte, quasi tremante bambino fra giganti d’acciaio. Non è infatti la potenza o la forza distruttrice che la distingue ma la sua bella sagoma e i suoi alti pennoni dove marinai e ufficiali apprendono il duro mestiere del navigatore.
In essa fervono i lavori delle grandi occasioni. In questi casi si manifestano sia l’immaginazione che l’orgoglio smisurato dei marinai per la propria nave; tutti si danno da fare, tutti cercano di essere utili, nessuno scappa o si nasconde, gli aiutanti non servono più. La nave, solo la nave conta: deve divenire più bella di tutte; non interessano più i traghetti carichi di belle ragazze che passano vicinissimi deviando dalla loro abituale rotta, né gli elicotteri delle portaerei volteggianti sulle nostre teste; solo agli aerei concediamo un po’ di attenzione per la bravura dei loro piloti. Essi sono audaci, ma un dubbio sorge spontaneo: gli audaci siamo forse noi che, sospesi nel vuoto all’altezza di quaranta o cinquanta metri, ritocchiamo con il pennello qualche bozzello e rifacciamo le vele nelle varee dei pennoni, o loro che saettano più bassi di noi con gli apparecchi?
Spontaneo e reciproco è il saluto che ci scambiano, come reciproca è l’ammirazione. Le macchine fotografiche aiutano a riprendere e a conservare il ricordo.”
la mappa con la disposizione delle navi
(documentazione del sig. Pietro)
se fai click qui (o sulla mappa) la potrai ammirare ingrandita!
Dove sarà posizionata la nostra nave Vespucci? Ti do un aiuto: la trovi guardando sopra la scritta DOCKYARD della mappa
il gran pavese
Capo Cornelli
2° nostromo di nave Vespucci
la regina Elisabetta II
(documentazione del sig. Pietro)
marinai a riva per il saluto
il nocchiere Pietro Polegato
Proseguiamo con il suo diario:
“Il mattino passa presto, ormai non vi è nulla da fare.
Tutto è in perfetto ordine, si odono solo gli ultimi fischi dei nostromi che stanno per terminare l’operazione dell’allineamento dei pennoni. I pavesi sventolano alti sugli alberi.
Ancora un’ultima imprecazione, detta a mezza voce, è uscita dalle grosse labbra del nostromo Cornelli, colpa del velaccio che si trova qualche centimetro fuori posto.
Capo Cornelli; egli misura circa un metro e settanta, il suo peso si aggira sui centotrenta chili, è rossastro di pelle e biondastro di capelli. In base alla geometria, la sua circonferenza orizzontale è più grande dell’altezza e non gli occorre un tavolo per appoggiare un libro e leggerlo: basta solo che lo sistemi sulla sua enorme pancia e volti le pagine.
Insomma un autentico nostromo dei tempi passati: grosso, rozzo e volgare che proprio non stona sulla nave. Unico particolare fuori luogo: fuma la sigaretta al posto di un puzzolente tabacco su di una grossa pipa, forse per omaggio al progresso.”
“Mezzogiorno è passato; il momento del passaggio della Regina si avvicina.
Aspettiamo intanto cambiandoci in divisa ordinaria e guardando intorno a noi lo specchio delle acque che contengono l’imponente schieramento navale imbandierato a festa.
Il cielo è coperto, verso levante si alza una leggera foschia. L’ordine per una decina di persone di recarsi a prua ci coglie quasi di sorpresa; un secco “alza” gridato da un ufficiale lo segue e il fiocco viene alzato mentre simultaneamente da tutte le unità presenti in rada vengono sparati ventuno colpi di cannone. E’ il segnale: la Regina ha lasciato la banchina del porto e si dirige a bordo di una fregata inglese verso l’entrata dello schieramento.
Il momento è solenne.
A levante sbucano neri uccelli: sono aerei.
Si ha netta impressione che siano usciti dalle acque del mare, solcano rapidi e bassi il cielo e scompaiono inghiottiti dalla linea dell’orizzonte, là dove il sole, prima di tramontare in un alone di fuoco, ha fatto capolino di tra le nubi, forse anch’egli conscio della superba e stupenda manifestazione.
Contiamo gli aerei: sono una, due, tre, quattro squadriglie … cinque …, no … sono di più, molte di più, ma l’atmosfera creatasi intorno a noi, ci fa scordare i numeri aritmetici che lontane e dimenticate maestre ci avevano amorevolmente insegnato sui banchi di scuola.
Un lontano e possente ”Hurrà” ci scuote e fa abbassare sulla superficie del mare i nostri occhi prima fissi nel cielo.
L’hurrà è uscito forse dai forti petti dei russi, degli americani, degli indiani? O forse dai negri dagli occhi e il naso ornato dalle piume di qualche strano volatile dell’Africa Equatoriale (rimasto vittima di una battuta di caccia?).
Non si distingue: essi si susseguono a ritmo di maglio sull’incudine.
La Regina è entrata nel canale che separa il secondo allineamento di navi dal terzo: dovrà percorrerlo nel senso di andata.
Noi ci troviamo sul secondo, tra un incrociatore olandese e uno spagnolo o portoghese che sia.
Dirimpetto, sul terzo allineamento abbiamo una dopo l’altra nove portaerei inglesi e canadesi, poi, si capisce, la fila di navi prosegue oltre e si perde anch’essa sull’orizzonte, infatti dall’alto dei pennoni non riusciamo a vederne la fine.
Quante navi sono?
Tra piccole e grandi forse tremila; ciò significa che partecipiamo alla più grande rivista navale che la storia ricordi, compresa quella fatta in occasione dell’incoronazione della Regina Vittoria d’Inghilterra. C’è da esserne orgogliosi …
Il corteo, se così si vuol chiamare, che accompagna la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, è formato da tre fregate inglesi, sulla terza delle quali si trova sua maestà accompagnata dal Consorte e da un folto gruppo di nobili e personalità dalle innumerevoli decorazioni. Ella è pallida, conscia della suprema posizione sociale che occupa.
Seguono i tre migliori transatlantici inglesi pieni zeppi di gente, venuta anche da remote contrade e fra essa, come uccelli in gabbia, si muovono i fotoreporters.
Noi marinai, in occasione del passaggio della Regina, siamo schierati in piedi sull’alto dei pennoni dell’albero di mezzana e di trinchetto, e siamo separati l’uno dall’altro dall’apertura delle braccia che teniamo orizzontali su un passamani, passante all’altezza delle nostre schiene, mentre gli allievi ufficiali (anzi gli aspiranti) occupano i pennoni dell’albero di maestra.
Formiamo tante croci umane: è uno spettacolo. E tale deve essere anche per Sua Maestà che viene ripresa cortesemente dal Consorte perché un po’ troppo attirata dal nostro schieramento.
Anche gli altri marinai schierati sugli ampi ponti di volo delle portaerei hanno diritto ad un suo sguardo.
Ella è oramai vicinissima … è giunta alla nostra altezza … l’oltrepassa … e prosegue oltre.
Un grido e due Hurrà altissimi irrompono dai nostri petti, coprendo gli altri e il vento li raccoglie e li porta con sé oltre la rada fin sulla terra ferma e poi li disperde. E’ l’omaggio dell’Italia, mista all’ammirazione del marinaio per una bella donna, perché tale è Lei. L’italiano è fatto così.
Scende presto la notte, si accendono le luci sui ponti e sulle coperte delle navi; qualche barca carica di marinai si stacca dalle passerelle e si allontana per portare i franchi a terra. Ma non tutti però sono così fortunati, perché occupati ai loro posti di manovra ad eseguire rapidi ordini impartiti in lingue a noi incomprensibili. Per loro infatti è la partenza.
Lo schieramento di navi piano piano si rompe; qua e là le luci in coperta si spengono e si accendono quelle di navigazione. Sono navi che riprendono il mare aperto e fra bonacce e tempeste ritorneranno ai patri lidi in terre lontane, portando con sé un meraviglioso ricordo.
Una serie di brevi fischi è il loro ultimo saluto, poi il buio della notte le inghiotte: ritornano così nere sagome, un monito, veri mostri d’acciaio, strumenti di distruzione, di dolore e di morte.
Anche per noi si avvicina la partenza; sarà per domani all’alba. Ci conviene andare tutti in branda a riposare perché franchigia questa sera non c’è. Qualcuno però non riesce a dormire e pensa, e poi piange, ma perché?"
Pietro Polegato
un nocchiere in equilibrio con una cima
(fonte: sito Marina Militare)
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manovre alle vele
(fonte: sito Marina Militare)
Oltre all’onore, che questo equipaggio ha avuto, di assistere al passaggio della regina e di essere ammirati, c’era anche l’orgoglio di aver partecipato ad una rassegna navale di quella portata (pensa che peculiare evento!). Hai visto la mappa? Riguardala bene, ammira quante sono le navi presenti; sono tantissime!
Immaginati la gioia di essere presenti per i festeggiamenti dell’incoronazione di una regina e … che regina! Come dicevo: The Queen! Una persona speciale, che si è fatta voler bene da tantissimi e in tutto il mondo, conosciuta in ogni terra di tutto il pianeta, fedele al suo popolo e attenta e presente agli impegni istituzionali che il suo ruolo richiedeva.
Mi pare doveroso, a questo punto, aprire una parentesi e accennare qualche notizia di questa storica regina dell’Inghilterra: Elisabetta II.
la regina Elisabetta II
(fonte: internet)
Elisabeth Alexandra Mary nacque a Londra il 21 aprile 1926.
Nel febbraio del 1945 si unì al Servizio Ausiliare Territoriale (Auxiliary Territorial Service) con le mansioni di autista e meccanico.
Salì al trono il 6 febbraio 1952 alla morte del padre e fu incoronata il 2 giugno 1953.
Mantenne sempre quanto aveva dichiarato all’inizio del suo regno:
“Io dichiaro davanti a voi tutti che la mia intera vita, sia essa lunga o breve, sarà dedicata al vostro servizio e al servizio della nostra grande famiglia imperiale alla quale tutti apparteniamo.”
Il suo regno durò quasi 71 anni! Il più lungo della storia britannica e il secondo al mondo dopo il re Sole, Luigi XIV di Francia.
Nel complesso, circa 150 milioni di persone nel mondo sono stati sudditi di Elisabetta II, perché è stata anche regina di Antigua e Barbuda, Australia, Bahamas, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Nuova Zelanda, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Isole Salomone e Tuvalu, oltre che governatore supremo della Chiesa d'Inghilterra, comandante in capo delle forze armate, Signora dell'Isola di Man e sovrana di Jersey e Guernsey.
Il 6 febbraio 2017, per il 65° anniversario della sua ascesa al trono anziché festeggiare preferì ritirarsi in una "silenziosa contemplazione" ricordando la morte di suo padre.
Nel 2021 morì il Principe Filippo, suo marito al suo fianco da 73 anni. Elisabetta II affermò che la sua morte "ha lasciato un vuoto enorme". A causa delle restrizioni da Covid-19 la regina al funerale era seduta da sola e questa immagine (vista in televisione da tutte le nazioni e apparsa su tutti i giornali) suscitò l'empatia e la commozione di moltissime persone che la ammiravano.
Era una persona carismatica, ed erano una sua caratteristica i soprabiti colorati e i cappelli intonati (che le consentivano di essere vista anche in mezzo alla folla). Appariva sempre sorridente e salutava tutti alzando la mano con un suo tipico gesto. Serietà, dedizione, simpatia, eleganza sono solo alcune delle sue caratteristiche.
Durante il suo lungo regno ha conosciuto ed incontrato molti capi di Stato e molte personalità famose. Ha superato molte vicissitudini negative personali (tra cui ad esempio due attentati) e della sua famiglia.
All’inizio le venne chiesto con quale nome avrebbe voluto regnare e lei rispose: “il mio, naturalmente, che altro?”.
Era veramente una regina particolare ed indimenticabile!
Una delle sue affermazioni, fatta qualche anno fa, ma comunque quando era già anziana, è stata questa: "si è vecchi quando ci si sente tali".
Un’altra sua “interessante” dichiarazione la fece per il giubileo di platino (70 anni di regno). In quella occasione inviò un messaggio di ringraziamento ai sudditi e rinnovò l’impegno per una vita al servizio della Nazione. In quel discorso disse anche:
«As we mark this anniversary, it gives me pleasure to renew to you the pledge I gave in 1947 that my life will always be devoted to your service.»
Che tradotto è:
“Nel celebrare questo anniversario, è per me un piacere rinnovarvi la promessa che feci nel 1947, cioè che la mia vita sarà sempre consacrata al vostro servizio”
E così è stato fino alla sua morte avvenuta il giorno 8 settembre 2022.
la regina Elisabetta II
(fonte:internet)
L’imbarco del nocchiere Pietro prosegue e così anche il suo diario …
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