Un consiglio che dò sempre a tutti quelli che mi conoscono: andate anche solo a vederla da terra, anche se non è visitabile e non potete ammirarla pienamente.
Se vi capita recatevi in arsenale a La Spezia. E’ una visita molto interessante, ci si rende conto della vita e del mondo delle nostre navi e dei nostri equipaggi. E’ curioso vedere la falegnameria, i vari spazi dove gli artigiani creano le loro opere, l’officina, ecc. E’ veramente una cosa particolare. Merita sicuramente perderci un po’ del nostro tempo.

 

25 ottobre 2004

 

 

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Ma adesso devo impormi di tornare a La Spezia, anzi in Trentino, a questi appunti della mia esperienza che rimarrà sempre nel mio cuore. Mi rendo conto di essermi dilungata.

A questo punto penso che per l’esperienza fatta poi a bordo sarà necessaria un’altra puntata. Mi dispiace, ma è più forte di me! Mi piace ripensare a quei momenti e a quello splendore di nave, la nostra Nave.

Ho letto, chiaramente una folle come me qualcosa deve anche aver letto, che è chiamata  la nave a vela più bella del mondo. Concordo pienamente!

poppa nave scuola Amerigo Vespucci

a poppa

La mattina successiva si è aperto finalmente il portone centrale: alza bandiera, passaggio autorità e finalmente il pubblico.
Via di corsa, alla ricerca del cartello con l’insegna più importante: “nave scuola Amerigo Vespucci”. C’è da stare attenti perché ci sono talmente tante strade e spazi che, anche non sbagliando cartello, si può camminare per un bel po’, figurati poi se ti dovessi sbagliare!

Arrivata ad un certo punto, con il cuore in gola (non solo per la strada percorsa!), l’ho intravista. Era lì dietro l’angolo: magnifica! Non ci sono parole per descriverla, semplicemente splendida.
Penso che, se mai avrò la possibilità di vederla a vele spiegate … beh! sinceramente la cosa mi fa un po’ paura, perché penso proprio che non resisterei all’emozione.

Ho infatti avuto l’occasione di trovarmi ad Amsterdam, sempre nel 2000 (evidentemente è stato un anno per me molto fortunato), proprio in una parte del porto mentre sopraggiungevano gli ultimi velieri partecipanti alla Tall Ships. E’ stato un gran colpo di fortuna!
Naturalmente la “mia” Vespucci, che partecipava all’importante regata mondiale, era già arrivata e non ho potuto vederla nemmeno in lontananza.

Ho però assistito al calmo e silenzioso incedere di un altro veliero, sempre una nave a tre alberi. Ovviamente questa non ha niente a che vedere con la bellezza della nostra Nave! Ad ogni modo l’emozione che ho provato non è descrivibile, non si può mettere freddamente nero su bianco. Posso solo aggiungere che il pensiero che ho fatto, dopo il suo passaggio, è stato: “Per fortuna stavo scattando foto e quindi avevo la macchina fotografica che mi nascondeva gli occhi!”.
Ma, tornando con i piedi per terra, cosa che in questo momento, pur a distanza di quattro anni, mi riesce ancora difficile … è una cosa troppo bella vedere un silenziosissimo veliero che ti passa davanti, lentamente, ammirare le sue vele spiegate, gonfie  e sentire che intorno tutti lo salutano. L’equipaggio a sua volta ti saluta dai pennoni, addirittura sparando colpi di cannone (a salve). Sto in questo momento rivedendo ancora quella scena, e mi viene ancora da sospirare, (e non si trattava del Vespucci, non c’è confronto; quello era un semplice veliero, tutto bianco!).

albero mezzana nave scuola Amerigo Vespucci

verso poppa

Ho dovuto pernottare a La Spezia, perché abitando in provincia di Trento, sia la lontananza, sia gli orari dei treni, non mi avrebbero permesso di ammirare lo splendido veliero con calma.

La visita alla nave coincideva inoltre con la rara occasione di poter visitare l’Arsenale Militare Marittimo.

Su suggerimento dell’ufficio della Marina, ho dormito in un accogliente albergo nei pressi dell’arsenale.
Dalla finestra della mia camera potevo addirittura ammirare le cime degli alberi del Vespucci che si ergevano oltre il muro della “zona militare limite invalicabile”: cosa chiedere di più dalla vita?

Il mio sogno si stava pian piano concretizzando.

Naturalmente non me lo sono fatta dire due volte.

Sono andata come un treno (in effetti sono andata con il treno) a La Spezia, porto in cui era ormeggiata per i lavori (ancora in corso!); un vero peccato che fosse ancora in manutenzione.

Era visitabile solo la poppa, quindi circa un terzo della nave e il resto era chiuso al pubblico ed addirittura in parte nascosto dalle impalcature.
Nonostante questo posso confermare che questa Signora, pur essendo ancora “sotto i ferri”, faceva la sua bellissima figura.

da terra nave scuola Amerigo Vespucci ai lavori

lavori sull'albero di trinchetto

panoramica lavori nave scuola Amerigo Vespucci

ai lavori

Qui è ricominciata la mia “crociata”: attendere la chiamata (non alle armi! … anche se adesso prendono anche le donne!). Almeno adesso c’era una mia pratica aperta, ero lì, in attesa che questa bellissima Signora si decidesse ad accogliermi.

Sono passati due o, mi pare, tre anni, non ricordo bene, perché è una cosa che ho accantonato. Sono quelle cose che adesso non hanno più importanza: sono riuscita a salire!

Si è fatta desiderare, tra Campagne Addestrative e manutenzioni, finalmente nel 2000 si è presentata l’unica occasione per toccarla con mano.
Era in fase finale di restauro, poi sarebbe partita per la Tall Ships, ed in seguito avrebbe seguito un itinerario quasi intorno al mondo, fino in America. Prendere o lasciare.

Una delle cose che ammiro spesso, che fa bella mostra e di cui vado fiera, è il cappellino della nave scuola Amerigo Vespucci (naturalmente è una “edizione commerciale”).
Proprio vedendo quest’ultimo mi viene lo spunto per descrivere la mia esperienza che è annunciata già nel titolo.

Da diversi anni inseguivo un sogno, anzi lo è sempre tuttora: salire a bordo della nostra Regina Del Mare. Scrivi di qua, scrivi di là, penso di aver mosso mezza Italia nel chiedere se qualcuno sapeva dirmi quando e dove questo veliero era in porto, e se era visitabile.

Alcuni hanno cestinato la mia richiesta, altri mi hanno risposto che non sapevano come aiutarmi. Avevo quasi perso la speranza, finché la Marina Militare (naturalmente!) mi ha dato l’indirizzo dell’ufficio preposto.

motto nave scuola Amerigo Vespucci

il motto

FINALMENTE A BORDO!

ovvero all’inseguimento della MIA NAVE PREFERITA

 

campana nave scuola Amerigo Vespucci

 

 

Ho una grande “ammirazione” per i velieri.

Per dare un’idea di tale passione posso ad esempio descrivere la mia camera, che non si può definire camera da letto, ma piuttosto “il mio spazio di navigazione”.
Oltre al classico letto e ad una libreria ormai stracarica di libri è piena di oggetti vari del genere “marinaresco” e posso tranquillamente dire che tra un po’ non ci starò più io!

Non voglio dilungarmi sulla descrizione, ma per dare una minima idea posso dire che i velieri sono presenti sia nei classici quadri (raffiguranti un veliero, o più, in navigazione), nei puzzle, in un portachiavi da appendere al muro, nei modellini in vetro, cristallo, plastica, legno, ferro e persino cartone. Possiedo anche stampe e poster (purtroppo non posso esporli tutti perché il posto è quel poco che è), libri di argomento “marinaresco” ed ultimamente, quando la mia nave preferita appare in televisione, cerco di registrare quello spezzone di programma su videocassetta (che naturalmente conservo e a cui creo io stessa la copertina).