La nave scuola Amerigo Vespucci
impegnata in una delle sue crociere
La Campagna d'Istruzione del 1965
Questa pagina contiene documentazione originale e rarissima:
le straordinarie riprese effettuate da un allievo a bordo.
Faccio una breve premessa, qualche spiegazione necessaria, rivolta a chi non avesse avuto la passione, e la voglia, di leggere tutto quello che ho scritto nelle precedenti pagine, "la mia grande passione" e "vele e alberi", riguardo a questa nave.
Si tratta di un grande veliero ancora in attività, e tenuto benissimo, nonostante siano trascorsi 75 anni dal suo varo.
Viene utilizzato dalla Marina Militare Italiana come Nave Scuola. Durante i mesi estivi effettua regolarmente la sua crociera, con itinerari diversi ogni anno, imbarcando gli allievi dell'Accademia Navale di Livorno. Si tratta appunto di una nave scuola, pertanto avrai già capito che chi ci sale non va a fare le ferie estive! Nel periodo trascorso a bordo vengono impartite lezioni, sia teoriche che pratiche, di navigazione e alla fine della crociera ci sono da sostenere gli esami.
Essendo questa la terza pagina che dedico solamente a questa nave, senza contare quelle in cui appare parzialmente, sicuramente avrai immaginato che ho letto e sentito molte cose al riguardo. E comunque qui ne approfitto anche per dire che chiunque ne sappia altre può segnalarmele e ne sarò felice.
La mia intenzione è sia di farti partecipe della mia passione, ma anche di farti conoscere tutto il fascino che questa nave sprigiona. Viene indicata come "la nave più bella del mondo", ma ti assicuro che non lo è solo "visivamente"; in realtà è anche una "signora" Nave (con la N maiuscola), non è una nave come tante altre.
Qualcuno forse potrebbe invece dire che si tratta di un semplice, antiquato, veliero. No, si stanno sbagliando! Questa affermazione non è assolutamente vera e te lo voglio dimostrare!
La Campagna Addestrativa ... in generale
Posso assicurarti che le parole che ricorrono di più nelle Campagne d'Istruzione sono: fatica, sonno, raccare.
Adesso io cerco di darti l'idea, riassumendo il più possibile, ed intanto tu devi immaginare la scena: siamo in navigazione.
Il mare è mosso, perché generalmente si esce dal Mar Mediterraneo, ci si trova quindi in oceano con acque meno tranquille; di conseguenza c'è chi inizia a raccare (ti risparmio la descrizione di cosa sia esattamente: pensa solo ad una persona che sta male con il mare mosso ... questo in Marina viene chiamato raccare! E, mi dicono che ... si impara presto a farlo sottovento!). Lo sai che moltissimi termini usati sulla terraferma, una volta a bordo di un qualsiasi natante spariscono e vengono sostituiti da dizioni diverse?
Aggiungi poi le manovre, cioè tutte le operazioni necessarie per far navigare il Vespucci. Anche qui devi far mente locale: la grandezza della nave, il numero, oltre che la superficie, delle sue vele (per bordare o serrare, cioè aprire o chiudere, il solo trevo di maestra, la vela più grande, sono necessari trenta uomini!), a tutte le sue cime, la necessità di salire e scendere dagli alberi e dai pennoni, e non dirmi che poi la fatica fisica non subentra.
A questo aggiungi anche i turni, che sono così stabiliti: quattro ore di guardia, quattro di comandata, e poi il meritato riposo (per studiare). Ma quando va bene! Perché può capitare che venga chiamato il "posto di manovra generale", durante il quale sono indispensabili tutte le persone a bordo per effettuare le operazioni richieste ... e in questo caso saltano tutti i turni! Le guardie inoltre vanno fatte 24 ore su 24 con quella cadenza, tranne quelle dalle 16 alle 18 e dalle 18 alle 20 che sono di due sole ore, per fare in modo che non capitino mai gli stessi identici turni.
Come già non bastasse tutto ciò, ci sono le lezioni teoriche, con conseguente necessità di studiare, infatti se ben ricordi, ti avevo detto che al rientro dalla "crociera" ci sono gli esami!
E dopo tutto questo ci sono ancora molti che insistono a chiamarla crociera estiva! Dopo quello che mi hanno detto, ed ho letto, non ho dubbi sul fatto che sia più adatta la definizione Campagna Addestrativa o Campagna d'Istruzione (o, scherzosamente parlando, distruzione!).
Nonostante questa faticosa avventura, per alcuni forse penitenza, chi ha avuto la fortuna di salirci mi conferma che è una bellissima nave e, ad ogni modo, si tratta sempre di una magnifica esperienza. Magari, come mi ha detto un allievo congedato, dopo averla opportunamente digerita!
Spesso, in associazione alla nave Vespucci, si sente dire: scuola di mare, scuola di vita.
Ed è vero! Infatti nei tre mesi a bordo (generalmente i tempi sono questi, da metà o fine giugno fino a settembre) che vengono vissuti, e penso proprio che vissuti sia la parola più adatta, i pivoli (cioè gli allievi) imparano a convivere, a conoscersi, ma anche soprattutto a rispettarsi ed aiutarsi, e si viene a creare una squadra compatta e solidale.
Trattandosi di una nave militare andrebbe chiamata con l'articolo al maschile, ma per alcuni allievi in congedo "IL" Vespucci non esiste, esiste invece "LA" Vespucci, quasi fosse la madre di tutte le navi, o addirittura una seconda madre.
Le opinioni riguardo la navigazione durante la Campagna d'Istruzione sono tante, ma tutte comunque portano, con aspetti più o meno positivi, a riassumersi fondamentalmente in una bella esperienza.
Un'altra cosa al riguardo significativa da segnalare, e comunque tra quelle singolari di questa nave, è che ogni allievo che sale a bordo del Vespucci ha un soprannome.
Il filmato della Campagna Addestrativa del 1965
Voglio innanzitutto sottolineare l'eccezionalità delle riprese che vedrai.
Di seguito potrai infatti vedere un estratto del filmato originale, diviso in più spezzoni di qualche minuto, che riporta le cose più belle o più importanti della Campagna Addestrativa del 1965.
Prima di lasciarti ai filmati, e alla descrizione di questa Campagna d'Istruzione, la cosa fondamentale che devi sapere è che tali immagini sono state riprese con le prime cineprese dell'epoca, poi sono state trasferite su VHS (in occasione dell'incontro per festeggiare la ricorrenza del 25° anno del Corso, avvenuto nel 1989), ed infine adesso, che siamo nel 2006, è stato richiesto un ulteriore lavoro per renderlo pubblicabile e visibile sul web.
Tutto questo impegno è stato dato, allora come adesso, dallo stesso cine-operatore (preciso che non lo fa di professione), compresa l'aggiunta delle varie melodie e musiche che sentirai in sottofondo (ricordati di accendere le casse acustiche) e ti accorgerai inoltre quanto siano state selezionate con cura.
Pertanto colgo subito l'occasione per ringraziare nuovamente ed infinitamente di cuore il dott. Nico De Santis, allievo dell'Accademia Navale che nel 1965 era imbarcato "sulla" Vespucci. A lui vanno tutti i meriti ed inoltre un ulteriore riconoscimento, oltre che per il lavoro materiale, anche perché mi ha dato la piena disponibilità, e ti assicuro (se non te ne fossi già accorto) che sono una ... stressante, curiosa, ed appassionata della nave Vespucci. Nel testo che segue, lo citerò a volte, come da tradizione di questa nave scuola, con il suo soprannome: Spazzola, dovuto al suo taglio di capelli, a volte, amichevolmente, Nico; quest'ultimo perché, tengo a precisarlo, è stato richiesto espressamente da lui.
Le riprese che vedrai sono state girate a bordo di questo veliero, utilizzato come nave scuola militare, quindi non facilmente accessibile ai civili, e tanto meno nel pieno della sua vita, cioè in navigazione. Una nave che per molti motivi è affascinante e, se ancora non ne sei stato incantato, aspetta di leggere, e di vedere, quanto segue riguardo questa Campagna Addestrativa.
Le immagini risalgono al 1965! Hai capito bene. E provengono da una cinepresa 8 mm! Probabilmente molti di voi non sapranno nemmeno cosa sia!
E' inoltre essenziale che tu sappia che, proprio per il tipo di macchina utilizzato, il "nostro" Nico ha potuto verificare il suo lavoro solo a fine Campagna Addestrativa, dopo lo sviluppo delle pellicole. Nonostante questo potrai vedere quanto il risultato sia ottimo. Tieni conto anche del fatto che, per renderlo meno "pesante", ogni file è stato opportunamente compresso per cui la qualità ne ha risentito.
Un'altra cosa eccezionale è che in uno degli spezzoni appare addirittura il Comandante, che ricordo è stato il mitico ammiraglio Agostino Straulino, e del quale si vuole con l'occasione onorare la memoria dato che non è più con noi.
Le immagini che mi sono state gentilmente fornite, e che pubblico, permettono inoltre di assaporare le prodezze dell'ammiraglio e del suo equipaggio; per non parlare poi della possibilità di vedere con i nostri occhi l'effetto degli avvenimenti naturali ed eccezionali avvenuti durante questa navigazione.
Allo scopo di farti capire meglio quanto mi hanno raccontato, o quanto ho letto, a fianco della descrizione di ogni avvenimento troverai il link al relativo filmato. Spero che così facendo, qualsiasi visitatore, anche chi è all'oscuro di tutto, riesca a comprendere ed a rivivere quell'esperienza.
E questa è un'altra delle particolarità: potrai rivivere quell'esperienza, sarai proprio a bordo della nave, e sono sicura ... ti piacerà.
Riconosco che io sono talmente ammaliata da questo veliero che sono arrivata al punto di apprezzarne ogni cosa, ma sono convinta che questo filmato non sia una "semplice cosa". Si tratta dell'unica testimonianza visiva di quella Campagna Addestrativa, ed anzi, ci tengo a dirlo, quella particolare Campagna Addestrativa.
In linea di principio ritengo poi che, di qualsiasi cosa si tratti, una persona più ne sa, più può apprezzarne tutte le particolarità ed inoltre, in seguito le verrà anche automatico desiderare di approfondire l'argomento sempre di più. E questo è l'intento che mi sono prefissata nell'impostare diverse pagine di questo mio sito: approfondire le mie conoscenze riguardo alla nave Vespucci, renderne partecipi anche gli altri ed infine, sperando di riuscirci, trascinarli in questo mondo affascinante a bordo di questa Signora dei Mari.
L'itinerario della Campagna d'Istruzione 1965
Partenza da Livorno il giorno 8 luglio e rientro a Livorno il giorno 22 ottobre.
Porti compresi nell'itinerario:
Cadice
Portsmouth
Cowes
Amburgo
Kiel
Helsinki
Stoccolma
Oslo
Brest
Lisbona
Portoferraio
per un totale di 7.085 miglia in 69,5 giorni di effettiva navigazione.
la mappa con la rotta seguita dal Vespucci
(gentile concessione di Spazzola)
Qui trovi un riepilogo di tutti gli spezzoni in cui è stato suddiviso il filmato di Nico. A fianco dei files puoi vedere le dimensioni e una breve descrizione del rispettivo "contenuto".
Ti consiglio però di passare direttamente subito dopo tale elenco.
Infatti i collegamenti agli stessi filmati li troverai all'interno del testo descrittivo della Campagna Addestrativa, ti basterà cliccare sui vari links. In questo modo saranno più immediati, perché costituiranno le immagini reali di quanto appena indicato in quel punto del testo, e ti chiariranno quanto hai appena letto.
E adesso, se non l'hai già fatto ... accendi le casse acustiche!
nome filmato |
dimensione |
il contenuto (in breve) |
6,85 MB |
Nave disalberata - passaggio sotto i ponti di Kiel - vista del Canale - persone che salutano l'equipaggio - il comandante Straulino - uomini al lavoro all'argano - incrocio con altra nave - rimontaggio alberi e pennoni. |
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5,74 MB |
Uomini sugli alberi e sui pennoni - montaggio di un pennone - incrocio con altra nave - Vespucci ormeggiata e vista da una scialuppa - l'allievo a cui va il merito delle riprese e che ha fornito i filmati. |
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5,74 MB |
In navigazione - mare mosso e movimento a bordo - la nave Vespucci taglia l'onda - vele strappate - onde molto alte. |
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2,13 MB |
La nave Vespucci in navigazione con taglio dell'onda che le si para davanti. |
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5,52 MB |
Incrocio con una delle navi scuola svedesi - in arrivo il Gorch Fock da poppa (scivola leggero e a vele spiegate) - vele della Vespucci - tutti gli uomini in coperta - il Gorch Fock raggiunge il Vespucci - acqua che raggiunge gli oblò. |
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3,12 MB |
Operazioni varie a bordo - groviglio di cime in coperta - un uomo sale su uno degli alberi - lavaggio del ponte - varie cime ammassate - alberi - sistemazione delle cime - un allievo sale dal boccaporto con due amache - lucidatura degli ottoni - cucitura. |
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5,10 MB |
Festeggiamenti a bordo - bandiera del Corso - fiamma della nave Vespucci - bandiera del Corso issata. |
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5,10 MB |
Varie vedute della nave - il mare rinforza - vele strappate - uomini in coperta - campana del Vespucci - vento nelle vele "libere" - uomini al lavoro sul pennone. |
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807 KB |
Nico, il nostro operatore, in divisa da libera uscita (estratto dal filmato su specifica mia richiesta). |
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Straulino | 460 KB | Il comandante in plancia. |
5,41 MB |
Nave vista dal bompresso - vele - albero - fiocchi - campana - scialuppe - albero - ponte nave - bandiera Marina - cime. |
Il corso Kon Tiki
gli allievi della Campagna Addestrativa 1965
Gli allievi che vengono imbarcati sul Vespucci, durante la fase del ritorno dalla Campagna Addestrativa, per tradizione scelgono un nome da dare al loro Corso. Questo dà luogo, per una volta, a festeggiamenti a bordo, durante i quali i pivoli (gli allievi iscritti al primo anno di Accademia) si impossessano della nave. Tale nome viene comunicato via radio a tutte le navi scuola in navigazione, e naturalmente all'Accademia, con conseguenti messaggi di risposta con le congratulazioni.
Il corso del 1964 - 1968, quello di cui fa parte appunto Spazzola, si chiama Kon-Tiki. Questo gruppo ha creato, e gestisce, un suo sito web, il sito dei Kon-Tiki.
Molte sono le particolarità di questo Corso, prima fra tutte quella di aver avuto come comandante l'ammiraglio Agostino Straulino, che all'epoca era capitano di vascello. Inoltre altre singolarità sono: l'ottenimento, con questo equipaggio, del record di velocità della nave Amerigo Vespucci in navigazione a vela; il fatto che questo veliero sia incappato in una forte tempesta che gli ha addirittura strappato le vele; è stata la crociera in cui sono stati usati meno i motori, perché con Straulino ... si andava sempre a vela, dicono i Kon-Tiki (stremati!). La nave è anche uscita a vele spiegate sia da Portsmouth (destando l'ammirazione di quelli che a vela ci sanno andare!), sia da Oslo, il cui canale navigabile è molto stretto, ha fondali molto bassi ed in mezzo ad una fitta nebbia. Ed infine, durante questa Campagna si è spesso reso necessario fare delle soste intermedie, fuori programma, al fine di evitare di ... arrivare in anticipo nei porti prestabiliti.
Gli appassionati dello sport velico conoscono sicuramente il campione pluriolimpionico Agostino Straulino, ma chi invece non ne ha sentito parlare, è necessario che sappia alcune cose, prima fra tutte che è praticamente un mito nella vela. Ha vinto molte regate (su piccole barche a vela ad uno o due posti) e, nell'ultima a cui ha gareggiato, e che naturalmente ha vinto, aveva ben 88 anni. Ha inoltre partecipato a diverse Olimpiadi, anche vincendo. Di Straulino, esperto navigatore e, forse anche per questo, persona ardita, bisogna dire anche che ha fatto delle prodezze con il Vespucci: è uscito dal canale di Taranto a vele spiegate (quando il Vespucci è partito, con destinazione Livorno, per andare ad imbarcare gli Allievi di questa Campagna Addestrativa); ha navigato sul Tamigi sempre a vele spiegate; ed infine, in occasione dell'incontro con la nave scuola tedesca, il Gorch Fock, non ha esitato a sfidarla. Da quello che ho letto riguardo a questo uomo, ho potuto capire che era sempre pronto alla sfida ed era un profondo conoscitore del mare, si dice addirittura che il vento lo sentiva e lo ascoltava ... con il naso e con le orecchie.
I Kon-Tiki hanno avuto la fortuna, o sfortuna! (viste le fatiche e gli sforzi richiesti), di essere imbarcati sul mitico Vespucci, al comando di un mitico uomo, oltre che mitico Comandante.
Questo ufficiale "era un tutt'uno con la nave, sentiva la sua voce e capiva cosa gli diceva". "Sentiva il frangere delle onde ed il canto del vento" e capiva dove dirigere e "quali vele bisognava bordare o serrare". Per contrastare lo sbandamento del Vespucci si sporgeva con quasi tutto il corpo dal banco di quarto, come se stesse regatando su una piccola barca a vela.
Durante la loro "crociera", si sono trovati così a gareggiare con il Gorch Fock, veliero più "snello" del Vespucci, dovendo pertanto bordare (cioè aprire) tutte le vele per acquistare il massimo della velocità possibile, perfino le rande delle lance. Naturalmente era stato "battuto" il "posto di manovra generale" che, come ho accennato sopra, significa anche ... dimenticarsi di tutti i turni di riposo!
Sono usciti a vela, senza l'aiuto di alcuna pilotina, da Oslo nel canale navigabile. Tale navigazione risulta già difficile normalmente sia per i fondali bassi, sia per la quantità di isole presenti, figuratevi che loro erano anche in mezzo alla nebbia!
Sono poi incappati in una fortissima tempesta improvvisa, che non ha lasciato il tempo di serrare con i matafioni le vele ai pennoni in condizioni di sicurezza. Di conseguenza, per la violenza del vento si sono strappate. Di questo fatto è riportata la foto proprio nel sito dei Kon-Tiki.
Hanno dovuto smontare un tratto dell'albero di maestra, oltre ad altri alberetti e pennoni, per passare sotto i ponti di Kiel. Questa manovra risulta particolarmente complessa. In particolare per passare sotto quei ponti hanno dovuto mollare in coperta (cioè abbassare) anche il tronco di gabbia. Tale operazione necessita, oltre all'abbassamento dell'albero (che è di acciaio ed è pesantissimo), di togliere anche tutta la ferramenta e le cime che corrono fino alla cima dell'albero di maestra. Era stata fatta una prova in porto a Taranto, prima di partire per Livorno ad imbarcare gli Allievi, ma in quell'occasione non si era in navigazione! Alla fine del lavoro, sul ponte del Vespucci "c'era uno strato alto un metro di cavi d'acciaio, cime e vele". Naturalmente poi sarebbero dovute tornare tutte al loro posto!
L'itinerario prevedeva anche il tragitto tra la Danimarca e la Svezia, ed è stato uno dei più impegnativi. Il canale navigabile è molto stretto e poco profondo, inoltre in quella occasione venne percorso a vela. Tutto ciò si è tradotto in un grande impegno da parte di tutto l'equipaggio, con otto ore ininterrotte al posto di manovra generale alla vela. Ma non otto ore continue "normali", che già puoi capire cosa significhino, qui si è trattato di essere disponibili in coperta dalle otto di sera alle quattro di mattina; pronti all'occorrenza per bracciare o imbrogliare rapidamente le vele.
Bisogna infatti stare sempre in allerta, perché "il vento fa quello che vuole".
Come appunto in quell'occasione in cui il Vespucci si è trovato in mezzo alla tempesta, con le vele spiegate, gli alberetti che si flettevano e il vento che aumentava di intensità. Ed era un vento talmente forte che non si poteva rischiare di far salire gli uomini sui pennoni per serrare le vele. Così sono iniziati i "fuochi d'artificio": "scoppiarono i velacci, le gabbie fisse e le volanti, la randa si aprì e il trevo di maestra venne imbrogliato a fatica". In pratica le vele si ridussero a brandelli e, passata la tempesta, si dovette procedere alla loro sostituzione.
Spazzola ricorda inoltre che, in una occasione in cui, al contrario, il vento non c'era, per uscire da una zona di calma piatta, Straulino, anziché accendere i motori, "fece filare a mare tutte le scialuppe. Le armò con quasi tutto l'equipaggio della Vespucci, con le cime legate ad ogni scialuppa, e per più di quattro ore" li fece "remare fino a raggiungere, alcune miglia a babordo, una zona dove il Comandante aveva visto dei refoli di vento".
In effetti la regola generale era che: se il vento non c'era ... bisognava andarlo a cercare!
Per vedere questa cosa curiosa, ti basta guardare con attenzione la cartina che ho riportato sopra; vicino alla linea nera, quella che segnala l'itinerario di andata e ritorno prestabilito, ne vedi una azzurra; questa è la reale rotta seguita dal comandante, che andava alla ricerca del vento, opportunamente riportata giornalmente da Spazzola.
Ed ancora Nico racconta che durante i turni notturni, il comandante, con ossessiva frequenza, lasciava la sua cabina e saliva in coperta. In pratica, stando in cabina, appena sentiva uno "schiocco di bordo di vela, perché il vento era appena cambiato", non resisteva e saliva. Dava gli ordini di rotta, "voi al timone, due gradi a dritta", "sfaticati, cazzate quei fiocchi, allascate la randa di due palmi" e i nostromi erano costretti a sfiatarsi con i fischi. Per chi non lo sa, una delle altre particolarità del Vespucci è che tutti gli ordini vengono dati dai nostromi con il fischietto.
Straulino rimaneva qualche minuto a "tirar su il vento con il naso, girava le orecchie per sentirselo scorrere ai bordi dei padiglioni", ordinava "alla via così, chiamatemi se c'è qualcosa". "E ci lasciava con un sorrisetto ironico come a dire: se aspetto che mi chiamate voi!".
Era come se fossero stati perennemente in una world-race!
Un omaggio a questo comandante, ed ai suoi allievi, è il brano pubblicato nel sito Kon-Tiki, nella sezione "1° Trofeo Straulino", dal titolo: Dal punto di vista dei “pivoli”. Ti invito ad andare a leggerlo, ma, naturalmente, solo DOPO che avrai finito di navigare nel mio sito!
Ho già accennato al fatto che l'equipaggio del Vespucci è in realtà una squadra. E questa è un'altra delle cose affascinanti di questo veliero.
Su questa nave, come su nessuna altra nave, gli uomini sono solidali, uniti. Questa situazione si crea in quanto ogni determinato lavoro è ben definito, come le persone che lo devono fare di volta in volta, a turno.
Se è stabilito che lo si faccia in otto, in otto bisogna darsi da fare ed in sintonia. Non esiste che uno, che già dà il massimo, riesca a fare anche il lavoro di un altro. E così non se ne parla nemmeno che questo gruppo, per esempio addetto ad una scotta (cima o gomena attaccata alla vela, che mollata o cazzata, cioè tirata, ne regola la posizione), lavori meno bene dell'altro gruppo che si trova alle prese con un'altra scotta.
O come quando, alla fine del turno ci sono da tesare le amache per poter dormire: quelli che erano stati quel giorno di vedetta, al tavolo nautico, ecc., aiutavano "ufficialmente per fare prima" quelli che erano stati alle cime (che avevano le mani a pezzi!).
E questa forza che unisce nasce anche dal fatto che queste squadre non sono mai fisse, cioè oggi tocca a me e domani tocca a te, pertanto, a bordo più che mai, vale il detto "uno per tutti e tutti per uno".
L'ammiraglio Agostino Straulino
al comando della Campagna Addestrativa 1965
All'epoca del comando della Nave Scuola Amerigo Vespucci, nella Campagna Addestrativa del 1965, il suo grado non era di ammiraglio, ma di capitano di vascello.
E' interessante leggere quanto lui stesso ha scritto nel suo diario, quello privato non quello ufficiale, riguardo a questa bellissima esperienza. Alcune parti di tale diario sono state riportate in un libro che, per chi volesse approfondire la vita di questo personaggio, o forse è meglio dire Uomo, ho indicato nella parte riservata ai libri, nella mia pagina dei siti consigliati.
Ho avuto modo inoltre di vedere una sua intervista televisiva rilasciata, mi pare, nel 2003 ed ho potuto constatare, per quel poco che ho visto, che fondamentalmente era un uomo di poche parole, ma molto simpatico, ed era sempre pronto alla sfida, specialmente se si trovava a bordo di una imbarcazione. Il suo modo di pensare, ed una delle sue frasi ricorrenti era: finché la gara non è finita, non si può dire di averla persa.
Quanto sto per riportare è pertanto il suo punto di vista, cioè parole dette o scritte direttamente dal Comandante, riguardo a questa Campagna d'Istruzione.
Gli avvenimenti singolari accaduti in questa Campagna Addestrativa, da lui comandata, ed alcuni in realtà voluti, sono diversi. Eccone alcuni: il fatto che il Vespucci si sia trovato ad affrontare la peggior burrasca della sua vita, che abbia raggiunto il record di velocità con navigazione a vela, che, con lui al comando, la nave e l'equipaggio avevano la tendenza ad arrivare nei porti in anticipo.
Ma andiamo con ordine, seguendo le tappe e le cose più significative tra quelle riportate nel suo diario.
Poco dopo la partenza da Livorno, dopo aver imbarcato gli Allievi, questo veliero, viene raggiunto da due Dragamine della Marina Militare Italiana che, anziché sorpassarlo, gli si affiancano e per un po' navigano al suo fianco, vicinissimi. Alla fine, fatti gli opportuni saluti, lo superano e scompaiono a prora.
La navigazione poi procede tranquilla; come scrive il Comandante “con bordeggi ... come forse il Vespucci non aveva mai fatto!”.
La nave arriva alla costa inglese all'inizio di agosto, naturalmente con un giorno di anticipo. Ne consegue l'obbligo di rimanere alla fonda nella Baia di Torbay. Il comandante ne approfitta per far mettere a mare i mezzi a vela e a remi, affinché l'equipaggio possa fare attività di addestramento.
In questa occasione, come spesso accadeva, ed accade comunque tutt'oggi al suo arrivo nei porti, molte imbarcazioni si avvicinano per ammirare questo bellissimo veliero.
La nave poi riparte e così entra nel porto rispettando i tempi previsti. Seguono le solite visite ufficiali e tutto quanto come da programma prestabilito per ogni Campagna Addestrativa.
Ad Amburgo, tappa successiva, di curioso c'è solo il fatto che nel porto non è concesso sparare le salve di saluto. Ma all'arrivo del Vespucci, sul molo c'è comunque la banda che le dà il benvenuto, e si esibisce suonando continuamente durante tutte le manovre, finché non vengono terminate tutte le lunghe operazioni di ormeggio.
Durante il trasferimento al successivo scalo, dovendo percorrere il Canale di Kiel, Straulino fa eseguire una complessa manovra marinaresca, per poter permettere alla nave di passare sotto i cinque ponti che uniscono le due sponde del Canale.
E' stata praticamente disalberata (in gran parte "smontata") la nave: si è proceduto a scrociare i pennoni di velaccio e di controvelaccio di tutti e tre gli alberi, sghindare i tre alberetti, scrociare il pennone di gabbia volante e portare tutto in coperta. Inoltre si dovuto abbassare di circa sette metri il tronco di gabbia. E qui, dal suo diario, si intuisce che il comandante è veramente fiero del suo equipaggio, perché la manovra, che è già difficile se fatta in porto, figurarsi perciò in navigazione, è stata però ultimata in brevissimo tempo e senza intoppi. Inoltre, durante l’incedere del veliero nel Canale, Straulino osserva i suoi uomini che, come lui simpaticamente riporta, avevano degli sguardi che "sembravano esprimere una certa preoccupazione" all'avvicinarsi di ogni ponte.
Anche ad Helsinki, con quella andatura, l'arrivo è troppo in anticipo e costringe pertanto il Vespucci ad una fermata. Vengono così eseguite altre esercitazioni, anche se il mare è mosso. Il comandante anche qui appare nuovamente soddisfatto dei suoi allievi ed afferma che "stanno cominciando a farsi il piede e ... lo stomaco marino".
In questo tratto di navigazione, poiché c'è un giornalista su un piccolo aereo che sorvola la nave, che sta naturalmente procedendo a vela, con lo scopo di farne delle foto, Straulino ne approfitta per far eseguire un paio di virate di prora e una di poppa. Questo perché, come dice lui, "tempo e tabella di marcia ce lo permettono e il Vespucci ... in foto viene bene!".
Durante la navigazione verso il porto di Stoccolma incappano in una nebbia fitta, che viene descritta dal comandante semplicemente come "dal punto di vista della navigazione pura, uno dei più interessanti".
In realtà la visibilità era inferiore a 50 metri, pensa che la vedetta, sistemata in cima al bompresso, non era visibile dalla plancia e la sua voce sembrava venisse dall'oltretomba. Questa navigazione è stata definita dal comandante "un caso molto interessante"; considera che si trattava di avanzare in mezzo alla nebbia completa, e in un arcipelago di più di mille isolette.
Durante il successivo trasferimento, avviene l'incrocio con altre tre navi: Gorch Fock (nave scuola tedesca), Falken e Gladan (navi scuola svedesi).
Il comandante riporta di essere rimasto stupito dalla scena, l'incrocio e l'inseguimento effettuato dal Gorch Fock, durato circa due ore, con tutto l'equipaggio in coperta, e le due navi che filavano vicinissime a circa dieci nodi. Dice che "sembrava di essere entrati di colpo in un quadro di Claudus". (ndr: si tratta di un "pittore del mare", riconosciuto tale dalla Marina Militare Italiana, che dipingeva soprattutto velieri in navigazione e/o battaglia).
Tutto questo è iniziato con il segnale "vela all'orizzonte, ore sei", che ha fatto scattare Straulino. Stava infatti passeggiando in plancia, con il suo atteggiamento un po' sornione, ed all'improvviso, è subentrato il suo istinto competitivo; così ha ordinato il posto di manovra generale alle vele. Sono state armate perfino le rande delle lance di sopravento, pur di acquistare maggiore velocità, e "il Vespucci strinse in un istante il vento", sbandato (cioè inclinato) a sinistra, con la "fila di oblò del copertino sott'acqua".
La nave si trova poi nel mezzo di una vera e propria tempesta. Una burrasca di vento con raffiche di 120 Km all'ora che in pochi minuti fa scoppiare le vele di gabbia. Lo spettacolo che si presenta dopo la burrasca è veramente triste, le vele pendono dai pennoni letteralmente a brandelli.
Le foto che dimostrano tale avvenimento le puoi vedere direttamente nel sito dei Kon-Tiki ed in questa pagina in ben due dei filmati: "Buriana e trevo rotto" e "Rinforza".
Il comandante si aspettava una tempesta, ma non di quella forza. Quando si rese conto della violenza, era tardi: "Non ebbi il coraggio di mandare i miei uomini a chiudere le vele come dovevano essere chiuse. Le abbiamo solo imbrogliate". (ndr: imbrogliare una vela significa sottrarla all'azione del vento con manovre correnti; in seguito deve essere "serrata" mandando però gli uomini sui pennoni).
Il ponte di coperta è rimasto per due ore completamente sott'acqua. La mattina seguente si sono dovute sostituire tutte le vele, che pesano quintali e, quelle di rispetto si trovano nella stiva in fondo alla nave. Devono essere perciò portate in coperta, estraendole dalla stiva, poi sugli alberi ed infine sistemate sui pennoni, e tutto questo è stato fatto mentre il mare era ancora mosso. Il sacrificio richiesto è stato enorme (le vele pesano quintali!), l'equipaggio era già provato, ma non ci si poteva fermare. Furono due giorni e due notti di duro lavoro con stress e pesantezza enormi. Ma a lavoro finito la soddisfazione di aver ridato vita alla Signora dei Mari ripagò gli uomini.
Ed è a questo punto della navigazione che il Corso sceglie il nome da darsi. La procedura è una vera e propria votazione tra i vari nomi proposti e, una volta deciso, si procede al battesimo. E' tradizione che a bordo gli allievi festeggiano e sfilano per tutta la nave, finendo poi a riva. Sempre per tradizione, la notizia del nome, che di questo corso è appunto Kon-Tiki, viene comunicata via radio all'Accademia Navale e alle altre navi scuola.
Ad un certo punto poiché il vento, tanto amato e cercato da Agostino Straulino, non è più favorevole, pensa bene di far fare una esercitazione. Così fa calare le lance a vela e a remi, anche se il mare era abbastanza mosso; pensa che le piccole imbarcazioni apparivano e scomparivano nel cavo dell'onda. Tutto a vantaggio dell'addestramento dei muscoli e degli ... stomaci degli allievi (dice lui!).
Quello che si dice del comandante Agostino Straulino è che sia comunque stato amato dai suoi marinai. Infatti, nonostante i turni massacranti, le sveglie di notte per manovrare se solo c'era una bava di vento da sfruttare, alla fine li inorgogliva. Li faceva sentire i migliori marinai, della migliore nave a vela del mondo.
E io devo dire che dopo tutto questo, essendo "sopravvissuti", deve per forza essere perché sono i migliori! e il merito va anche al comandante, a questo Comandante.
Si tratta di un corso diverso dai soliti, speciale, forse proprio perché Agostino Straulino era un uomo speciale: "sempre presente, sempre disponibile, sempre cerbero, sempre padre di tutti!"
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GALLERIA DI FOTO, fornite da Ennio, nocchiere imbarcato (i lavori, le divise, il passaggio sotto i bassi ponti di Kiel, ed altro ancora).